Expect

Each face echoes the last, yet none are the same—drawn and redrawn by the urgency of time, like memories fading in movement.
where presence is just the residue of perception.
A face repeats and dissolves, slipping into a landscape of motion—where identity fractures and every layer becomes a trace of emotion.
What begins as a portrait unravels into a rhythm of glances—mirrored, distorted, multiplied like city lights on a rainy night.

Expect acrylic and markers different layers of canvas 200×103 cm – 2025

Un volto decostruito si trasforma in un paesaggio mutevole. Da sinistra a destra e viceversa, l’immagine si stratifica come una geologia emozionale. La ripetizione diventa movimento, tensione, slittamento. Le linee dei pennarelli ridisegnano i contorni, rivelando forme nascoste come ombre nella città. Ogni volto, identico eppure diverso, è attraversato dal tempo e dallo sguardo.

L’opera è frammentata e invita lo spettatore a penetrare i suoi dettagli attraverso la vista. I colori vivaci e le linee graffianti evocano la cultura dei graffiti e la pop art, dove l’immagine esplode, si moltiplica e si contamina. Come una porta scorrevole senza fine, riflette il ritmo veloce della città, dove si intravedono solo volti e si finisce per vederne altri. Nella frenesia della ripetizione, ogni variazione diventa una storia. Il volto non è più un ritratto: è uno specchio, una soglia, un’interferenza. Una presenza che si sposta man mano che guardiamo.